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Basato su prove

CBD e IBS: ricerca e conoscenze attuali

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una condizione medica comune e debilitante con poche opzioni di terapia disponibili. Negli ultimi tempi il CBD ha assunto popolarità come nuova opzione di trattamento per l’IBS. In quest’articolo vedremo come funziona in modo più dettagliato.

Scritto da
Justin Cooke ,

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) non è una malattia pericolosa, ma può compromettere gravemente la qualità della vita di chi ne soffre.

Nei paesi sviluppati circa 1 persona su 10 ha sintomi compatibili con l’IBS [3].

Nonostante il disturbo sia così diffuso, l’IBS non è ben compreso. Di conseguenza, ci sono poche opzioni di terapia efficaci, se non il trattamento dei sintomi.

Di gran lunga la migliore cura per l’IBS è cambiare alimentazione. Il CBD, tuttavia, offre un’alternativa unica per le persone affette da IBS, divenuta sempre più popolare come opzione terapeutica per diversi motivi.

In quest’articolo esamineremo come il CBD fornisce supporto ad una IBS diagnosticata, come usarlo e come ottenere i massimi benefici.

Riassunto dell’utilizzo di CBD per l’IBS

L’IBS ha molte cause potenziali, ma gran parte di ciò che scatena il disturbo resta un mistero. Quasi tutte le cause indicano una perdita di equilibrio nel tratto digestivo, quindi il sistema attentamente orchestrato coinvolto nella digestione, l’assorbimento, la difesa immunitaria e l’escrezione è compromesso.

Il cannabidiolo (CBD) potrebbe dare supporto al problema perché rappresenta un modo per “calibrare” diverse parti del corpo. Lo fa migliorando la comunicazione tra le cellule attraverso un sistema chiamato sistema endocannabinoide.

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Ecco come il CBD può aiutare con l’IBS

  • Risolve le carenze di anandamide [13]
  • Riduce l’infiammazione [7, 8]
  • Inibisce iperattività e crampi dei muscoli digestivi [5, 6]
  • Riduce l’appetito [9]

Il CBD può agire sul disturbo in modi diversi a seconda della forma di IBS.

Le persone che soffrono di IBS con diarrea otterranno probabilmente il maggior beneficio dal CBD, dal momento che la cannabis riduce la contrazione muscolare nel tratto digestivo.

L’IBS che si presenta con costipazione può a sua volta trarre beneficio dal CBD per via dei suoi effetti antinfiammatori, soppressori dell’appetito e immuno-stimolanti.

Più avanti, analizzeremo diverse forme di IBS e come il CBD viene utilizzato per mitigarle.

Massimizzare gli effetti del CBD per l’IBS

Per curare l’IBS non dovresti usare esclusivamente CBD. Questa condizione è molto complessa e coinvolge più sistemi di organi.

Sono essenziali altre forme di terapia, tra cui i cambiamenti della dieta e l’attività fisica. Se non cambi queste cose, probabilmente il CBD non avrà alcun effetto.

Immagina che il CBD sia un tassista: guiderà il veicolo e i passeggeri verso la destinazione, ma non può arrivarci se l’auto non è ben curata e piena di benzina.

Il miglior uso del CBD è come strumento per alleviare i sintomi fastidiosi dell’IBS, ed è usato per aiutare il corpo a ritrovare uno stato di equilibrio.

Quale forma di CBD dovrei usare?

Il CBD ha diverse forme. È possibile acquistare oli, tinture, capsule, supposte e isolati.

Quando si tratta di IBS, le alternative migliori sono oli, capsule e supposte.

Sono facili da assumere, da conservare per lunghi periodi e da dosare con precisione.

Hanno il vantaggio di consegnare il CBD direttamente all’area interessata. È la scelta migliore per una IBS-D più grave (lo vedremo tra poco) ma può dare sollievo anche ad altre forme di IBS.

Quanto CBD dovrei prendere?

Dosare il CBD può essere una sfida perché colpisce tutti in modo diverso.

Alcune persone assumono 50 mg di CBD al giorno, ad altre ne può servire di più o di meno.

La dose dipende anche dalla forma di CBD che assumi. Come detto, l’olio e le supposte di CBD sono le più diffuse per le persone con IBS, ma la dose è molto diversa per ognuno.

Se si utilizzano oli o capsule, il modo migliore per trovare una buona dose iniziale è leggere la nostra guida al dosaggio dell’olio al CBD.

Ecco una tabella per iniziare in base al peso, all’intensità desiderata, e agli mg di CBD:

Peso (kg) Bassa intensità Media intensità Alta intensità

45 kg

10 mg

30 mg

60 mg

57 kg

13 mg

38 mg

75 mg

68 kg

15 mg

45 mg

90 mg

79 kg

17 mg

52 mg

105 mg

90 kg

20 mg

60 mg

120 mg

102 kg

22 mg

67 mg

135 mg

113 kg

25 mg

75 mg

150 mg

Per l’IBS, consigliamo di iniziare con un’intensità bassa e di procedere gradualmente per verificare la tua reazione personale al CBD.

Ci vorranno probabilmente due o tre settimane di uso regolare del CBD prima di iniziare a notare i reali benefici per questo disturbo.

Se si utilizzano supposte di CBD, è meglio seguire le istruzioni specifiche diffuse dal fornitore sulla confezione. Le concentrazioni possono variare molto da una supposta di CBD ad un’altra.

Cosa è esattamente il CBD?

Il CBD sta per cannabidiolo. È uno dei cannabinoidi principali della pianta di cannabis.

La maggior parte dell’olio di CBD attualmente sul mercato proviene dalla pianta di canapa (Cannabis sativa), cioè una varietà di cannabis con un contenuto naturalmente basso di THC – il principale cannabinoide psicoattivo.

Ciò significa che la maggioranza dei prodotti di CBD sul mercato non ha effetti psicoattivi.

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Il CBD è usato come integratore alimentare per una vasta gamma di condizioni mediche. Molta della sua capacità di favorire la salute è dovuta al suo coinvolgimento in un sistema presente nel corpo umano, chiamato sistema endocannabinoide.

Il sistema endocannabinoide regola l’omeostasi (l’equilibrio del corpo). Esso coinvolge il sistema immunitario, digestivo, neurologico, muscoloscheletrico e tegumentario (pelle).

Cos’è la sindrome dell’intestino irritabile (IBS)?

La sindrome dell’intestino irritabile è classificata come una sindrome piuttosto che come una malattia. Ciò significa che è un insieme di sintomi non collegabili a una determinata causa.

L’IBS può essere sintetizzata come una “disfunzione diffusa del tratto digestivo”.

I sintomi comprendono gonfiore, dolore addominale, indigestione e cambiamenti dei movimenti intestinali (costipazione o diarrea possono essere gravi).

I sintomi dell’IBS sono molto simili a quelli delle malattie infiammatorie intestinali (IBD). La differenza è che l’IBD manifesta un’infiammazione confermata nel tratto gastrointestinale. Grazie ai test di laboratorio e telecamere speciali inserite nel tratto digestivo, si accerta l’infiammazione e si diagnostica una malattia infiammatoria intestinale.

Se non si riscontra alcuna infiammazione che confermi una diagnosi di IBD, si ha un caso di IBS.

Ci sono alcuni criteri diagnostici usati da varie persone, ma nessuno di questi è definitivo, e non tutti i medici li usano per diagnosticare l’IBS.

I criteri più diffusi solitamente usati dai medici sono noti come Criteri di Roma III.

Diagnosi dell’IBS: elenco dei criteri di Roma III

Per diagnosticare l’IBS, il paziente deve presentare i seguenti sintomi:

  1. Dolore o fastidio addominale ricorrente per almeno 3 giorni al mese per 3 mesi
  2. Sintomi che includono almeno due delle seguenti caratteristiche:
  • Miglioramento dei sintomi con la defecazione
  • Insorgenza associata a un cambiamento nella frequenza di evacuazione
  • Insorgenza associata a un cambiamento nella forma delle feci

Se questi criteri corrispondono e i sintomi non trovano altre spiegazioni (come infiammazione, infortunio traumatico o malattia infettiva) il paziente è diagnosticato con l’IBS.

Sintomi della sindrome dell’intestino irritabile:

  • Nausea
  • Dolore addominale
  • Gas
  • Gonfiore
  • Sensazione di “pienezza”
  • Stitichezza/diarrea
  • Muco nelle feci
  • Urgenza incontrollabile di andare di corpo
  • Affaticamento
  • Acquisto/perdita di peso

Tre tipi di IBS e come il CBD li influenza

Il 20-50% delle visite da un gastroenterologo finiscono con una diagnosi di IBS [3], per cui è il disturbo funzionale dell’apparato digerente più comune.

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I gastroenterologi classificano ulteriormente l’IBS in base ai sintomi predominanti:

1. Sindrome del colon irritabile associata a diarrea (IBS-D)

È una forma di IBS che si presenta principalmente con la diarrea.

I sintomi dell’IBS-D indicano che l’intestino si sta riempiendo d’acqua, segnale di fattori come cibi troppo salati, una membrana intestinale debole e iperattività dei muscoli del tratto digestivo.

Con i cibi ricchi di sale nel tratto digestivo e uno scarso controllo della membrana, l’acqua comincia ad accumularsi nelle aree piene di cibi salati. Questo accade per via di un principio biofisico detto osmosi. Quando l’intestino si riempie di acqua, provoca sintomi come la diarrea.

Inoltre, molti pazienti affetti da IBS-D sperimentano iperattività dei muscoli del tratto intestinale. Quando i muscoli diventano spastici, avvertiamo crampi, dolore addominale e gonfiore. Il canale digerente spinge il cibo troppo velocemente senza scomporlo e assorbirlo correttamente. Invece, i cibi non assorbiti iniziano a fermentare nell’intestino crasso, causando gonfiore, nausea e diarrea gravi.

Il CBD può essere utile per questo tipo di IBS perché può ridurre l’attività muscolare spastica nell’intestino permettendogli di digerire e assorbire correttamente il cibo. Per questo tipo di IBS, è meglio abbinare il CBD ad una dieta a basso contenuto di sodio e una buona fonte di fibre.

2. Sindrome del colon irritabile associata a costipazione (IBS-C)

L’IBS-C sta per l’IBS che si presenta per lo più con costipazione.

Questo tipo di IBS indica una scarsa attività del canale digerente. Gli enzimi pancreatici, la bile e l’acido dello stomaco possono essere tutti bassi. Questi enzimi aiutano a scomporre il cibo e stimolano la muscolatura liscia che riveste l’intestino. Questa stimolazione fa sì che i muscoli si espandano e si contraggano, spostando il cibo lungo il tratto digestivo.

Se nella secrezione degli enzimi digestivi o nel movimento muscolare del tratto intestinale qualcosa non funziona, siamo costipati.

Ciò può essere estremamente fastidioso, perché può causare sintomi come grave gonfiore, senso di sazietà, nausea, stanchezza e distensione della pancia.

Anche se niente è più benefico di un cambiamento della dieta, il CBD offre alcuni vantaggi unici per questa forma di IBS.

Il CBD ha la capacità di aumentare l’anandamide, un endocannabinoide presente in natura responsabile del rallentamento del movimento intestinale, della lotta alle infiammazioni e del controllo della diversità del microbioma.

3. IBS-A/IBS-M

Questa forma di IBS comporta alternanza di attacchi di diarrea e costipazione.

Le potenziali cause di questo tipo di IBS sono molto più variabili e possono coinvolgere fattori di entrambi i tipi di IBS. Si può soffrire di diarrea continua per diversi mesi, seguita da alcuni mesi di grave stitichezza. I cambiamenti improvvisi dell’attività intestinale possono essere dovuti a fattori alimentari, neurologici o immunologici – il che rende la causa difficile da identificare e trattare.

Il CBD può essere utile per questo tipo di IBS perché non spinge la funzione digestiva in nessuna direzione specifica. Anzi, migliora la capacità del corpo di regolare l’omeostasi. Associandolo ad altre terapie per la gestione dei sintomi, il corpo ha più possibilità di ritornare da solo a uno stato di salute migliore. 

Cosa provoca l’IBS?

Non è ancora stata stabilita una causa esatta dell’IBS, ma ci sono alcune teorie ben accettate nella comunità medica.

Le cause sospette di IBS includono:

1. L’alimentazione

I paesi occidentali tra cui il Canada, gli Stati Uniti e la Svezia manifestano i tassi più alti di IBS nel mondo [11, 12]. Negli Stati Uniti, circa 1 persona su 10 soffre di IBS.

Queste nazioni seguono spesso diete ricche di alimenti trasformati. Gli alimenti altamente trasformati tendono ad avere scarso contenuto nutrizionale (in termini di vitamine, antiossidanti, minerali) e un alto contenuto di calorie (sotto forma di grassi o zuccheri).

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Gli alimenti altamente processati contengono spesso pochi zuccheri fermentabili, e poche fibre e nutrienti. Quando li mangiamo, tendono a muoversi lentamente nel tratto digestivo per via della poca fibra e del volume del cibo.

Il movimento lento e l’alto contenuto di zuccheri fanno fermentare questi cibi nel tratto digestivo, per azione dei batteri che vivono lì. In questo contesto, la fermentazione nuoce al funzionamento digestivo, causa gonfiore, dolore e cambiamenti nei movimenti intestinali.

Una delle principali terapie alimentari per l’IBS è chiamata dieta a basso FODMAP, che elimina questi tipi di cibi dall’alimentazione e li sostituisce con altri ricchi di fibre e a basso contenuto di zuccheri.

Col tempo, la frequente fermentazione degli zuccheri trasformati può danneggiare l’integrità strutturale del rivestimento digestivo – portando all’accumulo di liquidi e diarrea (IBS-D), o alla mancanza di movimento nei muscoli dell’intestino tenue e crasso, che causa stitichezza (IBS-C).

2. Infezioni virali

Le infezioni virali possono causare tanti danni all’organismo. Molte persone affermano che i loro sintomi dell’IBS siano iniziati poco dopo aver contratto un virus intestinale all’estero. Dopo alcuni giorni di malattia sembrano migliorare, ma l’intestino non sembra mai riprendersi completamente.

I virus compromettono la normale funzione cellulare, portando le cellule a generare più virus invece di fare il loro lavoro. In poco tempo possono devastare completamente un organo.

Il rivestimento digestivo ospita un complesso ecosistema di batteri e specie fungine chiamato microbioma. Il microbioma è fortemente coinvolto nella digestione e nell’assorbimento nell’apparato digerente. Quando un virus ci fa ammalare, può causare cambiamenti radicali nel microbioma, lasciandoci effetti collaterali di lunga durata, come l’IBS.

3. Disfunzione neurologica

Il movimento dell’apparato digerente (chiamato peristalsi) è un insieme complesso di movimenti che agiscono contemporaneamente per spostare il cibo nel tratto intestinale. Ciò coinvolge un’accurata innervazione sia locale che in collaborazione con il cervello.

Molte persone pensano che quando bevono il caffè, questo stimoli un movimento intestinale. È  un buon esempio di come il sistema nervoso influenza l’apparato digerente.

Se il sistema nervoso è in uno stato di costante stimolazione, incorriamo nella diarrea (IBS-D).

Se ci succede il contrario (stimolazione insufficiente), è probabile che incorreremo invece in stitichezza (IBS-C).

Basandoci sull’attività neurologica, possiamo confrontare i tipi di IBS con altri effetti collaterali che spesso colpiscono contemporaneamente i pazienti che ne soffrono.

Caratteristiche neurologiche dell’IBS e relativi effetti collaterali

 Tipologia di IBSAttività del sistema nervosoEffetti collaterali correlati
IBS-DEccessiva stimolazioneAnsia
Attacchi di panico
Insonnia
Palpitazioni
IBS-CStimolazione insufficienteAffaticamento
Depressione
IBS-AEccessiva stimolazione o stimolazione insufficienteAnsia
Attacchi di panico
Insonnia
Palpitazioni
Affaticamento
Depressione
Immunodeficienze

4. Infiammazione

Sebbene l’IBS, per definizione, non deve avere infiammazioni visibili o rilevabili, molti studi hanno dimostrato che chi ne soffre presenta lievi infiammazioni della parete intestinale [2]. Quest’infiammazione può essere troppo leggera per essere rilevata con esami del sangue o ispezioni visive con colonscopie/endoscopie.

Usare il CBD per l’IBS

Il CBD si è rivelato essere utile per il trattamento di IBS in molti studi.

Regolando funzioni come movimento intestinale (motilità), secrezioni degli enzimi digestivi, impulsi dolorosi, infiammazione, salute del microbioma e disturbi neurologici o psicosociali, il CBD può offrire grandi benefici ai sintomi e alle cause alla base dell’IBS.

Il sistema endocannabinoide e l’IBS

Si ritiene che il sistema endocannabinoide svolga un ruolo importante nell’IBS [10].

I recettori degli endocannabinoidi CB1 e CB2 sono utilizzati per regolare diversi processi nel corpo umano, molti dei quali coinvolti nell’apparato digerente.

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Il CBD per altri disturbi funzionali

L’IBS è considerato un disturbo funzionale, il che significa che c’è un evidente problema con la funzione dell’organo, ma nessuna causa apparente.

Altre condizioni che rientrano in questa categoria sono la fibromialgia e la sindrome da stanchezza cronica, entrambe migliorate con l’uso regolare del CBD. La natura misteriosa di queste patologie rende difficile determinare esattamente il motivo per cui il CBD è così efficace per curarle; ma la spiegazione probabile è il ruolo che esso gioca nell’omeostasi.

L’omeostasi è il processo che il corpo usa per mantenere l’equilibrio. Pervade praticamente ogni aspetto della vita: dalla temperatura corporea, alla secrezione degli enzimi digestivi. Qualsiasi problema con l’omeostasi può influire negativamente sulla nostra salute.

Il CBD è uno strumento utile per regolare l’omeostasi, motivo per cui questa sostanza ha così tanti benefici diversi.

Conclusioni: l’utilizzo del CBD per l’IBS

Sebbene l’IBS non sia ben compresa e coinvolga probabilmente una disfunzione combinata di più apparati, abitudini di vita e alimentazione, il CBD può offrire vasti benefici a diverse forme del disturbo.

Per risultati migliori, sarebbe meglio usare il CBD sotto forma di olio, capsule o supposte. Inoltre è importante assumere l’olio di CBD per lunghi periodi affinché elargisca i suoi effetti. Ci può volere un po’ di tempo prima che inizi a fare effetto su questa patologia, visti i numerosi fattori coinvolti.

Attraverso l’integrazione costante di CBD, i cambiamenti alimentari e dello stile di vita, oltre che con la perseveranza, i sintomi dell’IBS possono sparire per lunghi periodi di tempo.


Riferimenti

  1. Russo, E. B. (2008). Clinical endocannabinoid deficiency (CECD): can this concept explain therapeutic benefits of cannabis in migraine, fibromyalgia, irritable bowel syndrome and other treatment-resistant conditions?. Neuroendocrinology letters, 29(2), 192-200.
  2. Sinagra, E., Pompei, G., Tomasello, G., Cappello, F., Morreale, G. C., Amvrosiadis, G., … & Raimondo, D. (2016). Inflammation in irritable bowel syndrome: Myth or new treatment target?. World journal of gastroenterology, 22(7), 2242.
  3. Stamboldjiev, T. (2011). Management of Irritable Bowel Syndrome in Primary Care.
  4. Saito, Y. A., Schoenfeld, P., & Locke III, G. R. (2002). The epidemiology of irritable bowel syndrome in North America: a systematic review. The American journal of gastroenterology, 97(8), 1910-1915.
  5. Pertwee, R. G. (2001). Cannabinoids and the gastrointestinal tract. Gut, 48(6), 859-867.
  6. Hornby, P. J., & Prouty, S. M. (2004). Involvement of cannabinoid receptors in gut motility and visceral perception. British journal of pharmacology, 141(8), 1335-1345.
  7. Ribeiro, A., Ferraz-de-Paula, V., Pinheiro, M. L., Vitoretti, L. B., Mariano-Souza, D. P., Quinteiro-Filho, W. M., … & Hallak, J. E. (2012). Cannabidiol, a non-psychotropic plant-derived cannabinoid, decreases inflammation in a murine model of acute lung injury: Role for the adenosine A2A receptor. European journal of pharmacology, 678(1-3), 78-85.
  8. De Petrocellis, L., Orlando, P., Moriello, A. S., Aviello, G., Stott, C., Izzo, A. A., & Di Marzo, V. (2012). Cannabinoid actions at TRPV channels: effects on TRPV3 and TRPV4 and their potential relevance to gastrointestinal inflammation. Acta physiologica, 204(2), 255-266.
  9. Mechoulam, R., & Hanus, L. (2001). The cannabinoids: an overview. Therapeutic implications in vomiting and nausea after cancer chemotherapy, in appetite promotion, in multiple sclerosis and in neuroprotection. Pain Research and Management, 6(2), 67-73.
  10. Storr, M. A., Yüce, B., Andrews, C. N., & Sharkey, K. A. (2008). The role of the endocannabinoid system in the pathophysiology and treatment of irritable bowel syndrome. Neurogastroenterology & Motility, 20(8), 857-868.
  11. Sperber, A. D., Dumitrascu, D., Fukudo, S., Gerson, C., Ghoshal, U. C., Gwee, K. A., … & Bolotin, A. (2017). The global prevalence of IBS in adults remains elusive due to the heterogeneity of studies: a Rome Foundation working team literature review. Gut, 66(6), 1075-1082.
  12. Lovell, R. M., & Ford, A. C. (2012). Global prevalence of and risk factors for irritable bowel syndrome: a meta-analysis. Clinical gastroenterology and hepatology, 10(7), 712-721.
  13. Russo, E. B. (2016). Clinical endocannabinoid deficiency reconsidered: current research supports the theory in migraine, fibromyalgia, irritable bowel, and other treatment-resistant syndromes. Cannabis and cannabinoid research, 1(1), 154-165.
  14. EB Russo – Cannabis and cannabinoid research, 2016. Cannabis and cannabinoid research, 1(1), 154-165.

Patologie che rispondono al Cannabidiolo