Il CBD ha così tanto da offrire, ma perché fermarsi lì? Dove il CBD non basta, altri integratori possono dare una mano. Ecco altri cinque integratori da assumere insieme al CBD.
Il cannabidiolo (CBD) sta diventando velocemente uno degli integratori alimentari più popolari sul mercato. È veneratissimo per la sua capacità di regolare l’omeostasi metabolica, immunitaria e neurologica, termine ricercato che significa “equilibrio”.
Le malattie possono essere dovute a uno squilibrio di un sistema di organi. Di conseguenza, il CBD è consigliato per una vasta gamma di benefici sulla salute in tutto il corpo.
Anche se il CBD ha molti utilizzi, combinandolo con altri integratori alimentari sinergici o a base di erbe i suoi effetti possono essere ottimizzati.
In questo articolo, andremo ad evidenziare il motivo per cui dovresti associare il CBD ad altri integratori e quali integratori dovresti prendere a seconda di sintomi diversi.
Iniziamo discutendo esattamente perché non dovresti fare affidamento solo sul CBD per gestire i tuoi sintomi.
L’uso di CBD come forma di medicina non è un concetto nuovo: le persone lo hanno usato per secoli per trattare di tutto, dal dolore all’infiammazione fino al declino cognitivo associato all’età.
Tuttavia, le persone usano raramente solo la cannabis per trattare una malattia.
In tutte le forme di medicina erboristica, le piante vengono combinate tra loro per migliorare gli effetti a seconda dei sintomi che si hanno.
È una pratica comune nei rimedi erboristici, anche nel mondo moderno.
Solo nell’era moderna gli operatori sanitari hanno scelto di adottare un approccio più riduzionista alla medicina. Invece di combinare più erbe o medicinali per sfruttare i loro vantaggi e svantaggi, viene prescritto un singolo composto.
Usare un singolo composto (farmaceutico) ha dei vantaggi durante la fase di ricerca perché è più facile determinare che cosa è responsabile di un dato risultato. I farmaci multi-composto, d’altra parte, sono molto più difficili da studiare perché è difficile identificare esattamente quale effetto produce ciascun componente.
Tuttavia, quasi nessuno si preoccupa di sapere esattamente quale specifica sostanza produce gli effetti; le persone vogliono solo sentirsi meglio.
Il modo di gran lunga migliore per sfruttare gli integratori è attraverso una formulazione intelligente. Questo significa assumere da 2 a 5 integratori che agiscono bene insieme per produrre un beneficio complessivo più potente.
Ad esempio, supponiamo che tu stia assumendo il CBD per i dolori articolari (un utilizzo diffuso). Ora, potresti fermarti lì e lasciare che il CBD faccia il suo lavoro da solo, ma avrà dei limiti.
Il CBD aiuta ad eliminare il dolore e a ridurre l’infiammazione, entrambe cause comuni del dolore associato al disturbo.
Però, cosa succede se la causa del dolore è una perdita di tessuto cartilagineo? Il CBD non può fare molto per migliorare quel processo, perciò è meglio combinarlo con qualcosa come la glucosamina, che è utile per riparare la cartilagine. Assumendo le due sostanze insieme, è possibile accelerare la guarigione del tessuto cartilagineo nell’articolazione e favorire supporto sintomatico per il dolore.
Questo è solo un esempio di quando è più vantaggioso associare altri integratori al CBD per ottenere risultati migliori. Vediamo altri cinque esempi.
La scelta di quali integratori usare insieme al CBD dipenderà dai sintomi che stai cercando di trattare.
L’ansia ha molte cause, ma gli effetti che avvertiamo durante un attacco di ansia sono un risultato diretto della sovrattivazione del sistema nervoso, conosciuta come reazione attacco o fuga.
Il CBD calma il sistema nervoso attraverso la capacità di aumentare l’attività di un neurotrasmettitore noto come GABA, che funge da pedale del freno per il sistema nervoso.
Quando il sistema nervoso accelera troppo, il GABA lo fa rallentare di nuovo.
Schiacciare il pedale del freno è un’ottima cosa, ma solo se allo stesso tempo si lascia anche il pedale dell’acceleratore.
È qui che entra in gioco la L-teanina.
La L-teanina è un amminoacido contenuto nella pianta del tè (Camellia sinensis). La sua struttura ricorda molto quella di un neurotrasmettitore noto come glutammato, che è essenzialmente il pedale di accelerazione cerebrale. È uno dei principali neurotrasmettitori stimolanti nel cervello.
La somiglianza della struttura chimica della L-teanina a quella del glutammato le consente di legarsi ai recettori del glutammato, che da solo non produce alcun effetto [10]. Invece, la L-teanina impedisce al glutammato di colpire questi recettori, schiacciando efficacemente il pedale del freno per permettere al CBD di calmarci.
Una risposta efficace allo stress è fondamentale per mantenere una salute ideale.
Lo stress arriva in qualsiasi forma, ma tutti i tipi di stress hanno un effetto simile sul corpo. Esso attiva una regione corporea profonda nota come ipotalamo. L’ipotalamo invia quindi ormoni alle ghiandole surrenali, che iniziano a produrre un ormone chiamato cortisolo.
Il cortisolo quindi:
Il cortisolo è utile nell’immediato per attivare la risposta allo stress quando necessaria, ma se gli è permesso di permanere troppo a lungo può causare seri problemi a lungo termine, tra cui insonnia, annebbiamento mentale, riduzione dell’immunità e aumento di peso, oltre che complicazioni ancora più gravi come diabete e malattie cardiache.
È stato dimostrato che col tempo l’uso regolare di integratori di ashwagandha riduce i livelli di cortisolo [1, 2]. Ci sono diverse teorie su come riesce a farlo. L’idea predominante è che stimola la conversione del cortisolo in metaboliti inattivi aumentando la capacità dell’ipotalamo di regolare i livelli di cortisolo e di gestire lo stress.
Il CBD si associa bene all’ashwagandha perché raggiunge risultati simili agendo su aree diverse del sistema nervoso, incluso il GABA [3].
Questi composti possono agire insieme alleviando lo stress cronico in tutto e per tutto.
L’infiammazione è incredibilmente complessa: ci sono interi libri sull’argomento che non riescono a spiegarla del tutto.
L’infiammazione può variare molto a seconda della sua causa, il che significa che l’infiammazione sperimentata durante una malattia autoimmune è molto diversa dall’infiammazione che si manifesta quando ti ferisci.
Anche l’infiammazione a lungo termine (cronica) è molto diversa dall’infiammazione a breve termine (acuta).
Il CBD è eccellente per affrontare sia l’infiammazione cronica che quella acuta perché blocca molte delle molecole coinvolte nella sua attivazione. Tuttavia, ha i suoi limiti.
L’aggiunta di curcumina (il costituente attivo della curcuma) e di boswellia (un altro nome del franchincenso) può migliorare ulteriormente gli effetti del CBD offrendo benefici anti-infiammatori aggiuntivi attraverso meccanismi diversi.
La curcumina e la boswellia arrestano l’infiammazione bloccando gli enzimi principali coinvolti nella produzione dei composti infiammatori noti come COX e 5-LOX.
La curcumina blocca la COX [6], mentre la boswellia è più efficace per arrestare l’enzima correlato 5-LOX [7].
Assumere tutti e tre gli integratori offrirà benefici più intensi perché tutte le loro azioni sono importanti per arrestare l’infiammazione.
Bloccando questi enzimi presenti nei mediatori dell’infiammazione principali con il CBD, il processo infiammatorio subirà una brusca frenata.
Il CBD è utile per alleviare i dolori articolari associati all’artrite reumatoide e all’artrosi grazie ai suoi benefici analgesici e antinfiammatori.
L’infiammazione è un fattore fondamentale delle cause sottostanti dell’artrite, ma non è l’unica causa.
Uno dei maggiori problemi che portano a dolori articolari cronici come conseguenza dell’artrite è una rottura graduale della cartilagine nelle articolazioni. La cartilagine è progettata per proteggere le articolazioni in modo che l’osso non si sfreghi direttamente contro un altro osso. Invece, la cartilagine insieme a un fluido viscido chiamato fluido sinoviale consentono alle articolazioni di muoversi liberamente senza causare alcun danno alle ossa.
Quando la cartilagine scompare, lo sfregamento tra le ossa causa dolore estremo e peggiora l’infiammazione, portando infine a una degenerazione ancora più rapida della cartilagine e all’accumulo di tessuto cicatriziale.
Il CBD è efficace per ridurre il dolore sintomatico alle articolazioni e per combattere l’infiammazione, ma fa ben poco per ripristinare la cartilagine ossea persa.
È qui che entrano la glucosamina e la condroitina solfato.
Entrambi questi integratori sono noti per la capacità di fornire precursori essenziali al corpo per riparare sia la cartilagine che le cellule responsabili della produzione di liquido sinoviale (condrociti).
Se assunti insieme, il CBD può aiutare a ridurre l’infiammazione e trattare il dolore, mentre la glucosamina e la condroitina solfato aiutano col tempo a ripristinare il tessuto cartilagineo.
La depressione può essere debilitante per la salute, specialmente se persiste per lunghi periodi.
Il CBD è una buona opzione per il trattamento della depressione principalmente per i suoi benefici antinfiammatori. La neuroinfiammazione è un fattore chiave della depressione [8], ma non è l’unica causa.
La maggior parte dei farmaci antidepressivi agisce aumentando i livelli di serotonina nel cervello: qualcosa che il CBD non è in grado di fare.
Tuttavia, un’altra erba, l’erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), può farlo.
Questa erba funziona in modo simile ai tipici farmaci SSRI usati per curare la depressione [9]. Blocca la ricaptazione e la rottura della serotonina nel cervello, provocandone un aumento dei livelli all’esterno dei neuroni.
Questa capacità di aumentare la serotonina, associata ai potenti effetti antinfiammatori del CBD, fornisce una potente combinazione per alleviare i sintomi della depressione.
Naturalmente, devi sempre consultare il tuo medico prima di assumere qualsiasi integratore per curare la depressione, soprattutto se stai già prendendo farmaci antidepressivi. Sia il CBD che l’erba di San Giovanni possono interagire negativamente con questo tipo di farmaci, e in questo caso dovrebbero essere evitati.
Il CBD, come qualsiasi altro composto che consumiamo, alla fine viene metabolizzato e disattivato dal fegato.
Il fegato è un organo incredibilmente versatile. Può scomporre quasi tutti i composti che entrano nel flusso sanguigno grazie ad un insieme di enzimi noti come isoenzimi del citocromo P450.
A seconda della struttura chimica del composto che viene metabolizzato, diversi enzimi si faranno avanti per lavorare.
Quando si tratta di CBD, il fegato si affida principalmente a due enzimi: CYP3A4 e CYP3A5 [4].
Perciò, se inibiamo l’attività di questi enzimi, ci vorrà molto più tempo perché il fegato scomponga il CBD.
Alcune cose possono farlo, ma non c’è niente di forte o di così prontamente disponibile, come il succo di pompelmo [5].
Ciò ha portato molte persone a bere succo di pompelmo o ad assumere estratti di pompelmo quando assumono CBD, riducendo così efficacemente la dose giornaliera necessaria di CBD e fornendo sollievo duraturo.
Attenzione: il succo di pompelmo inibisce anche altri enzimi epatici, quindi non dovresti mai prenderlo se stai assumendo altri farmaci, perché potrebbe causare effetti collaterali. È particolarmente importante evitare il succo di pompelmo durante l’assunzione di anticoagulanti o altri farmaci per trattare l’ipertensione.
Il CBD è un fantastico integratore per la salute. Ha molto da offrire per una vasta gamma di condizioni mediche. Tuttavia, come molti altri composti, il CBD agisce ancora meglio se combinato con altre erbe e integratori.
La scelta di quali integratori combinare dipende dai sintomi che stai curando.
Sfruttando i benefici del CBD insieme ad altri integratori, riusciamo a fornire benefici ancora più potenti per invertire, prevenire o alleviare i sintomi.
Questa è la differenza tra un approccio olistico e un approccio riduzionista. Quale sceglierai?