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Basato su prove

CBD e l'osteoporosi: ricerca e conoscenze attuali

Nuove emozionanti ricerche stanno rivelando la potente capacità del CBD di accelerare la guarigione della frattura e preservare la densità ossea. 

Scritto da
Justin Cooke ,

Le stime suggeriscono che oltre 200 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di osteoporosi [1].

Secondo la Fondazione Internazionale per l’Osteoporosi, il disturbo è responsabile di uno sconcertante numero di 8,9 milioni di fratture ossee all’anno, ovvero c’è una frattura osteoporotica circa ogni 3 secondi [2].

Spesso è definita la “malattia silenziosa”: molte persone non si rendono conto di averla fin quando si verifica una frattura.

Le fratture ossee non solo sono dolorose, ma possono limitare gravemente i movimenti e la qualità della vita, in particolare nei pazienti più anziani.

Recentemente, la ricerca ha identificato la capacità del cannabidiolo, ovvero il CBD (un componente attivo della Cannabis sativa), di gestire efficacemente l’osteoporosi.

In questo articolo discuteremo dell’osteoporosi, delle attuali opzioni di trattamento e della ricerca scientifica che indaga come il CBD può essere d’aiuto.

  • Indice

Cos’è l’osteoporosi?

Osteoporosi significa “ossa porose”. Implica ossa fragili. La debolezza delle ossa comporta un maggiore rischio di fratture per le persone affette.

Man mano che le ossa si assottigliano, anche una banale caduta o un urto possono causare gravi lesioni.

Le donne di mezza età hanno il rischio più alto. Tuttavia, anche gli uomini possono esserne colpiti.

La preoccupazione maggiore di molte persone quando si parla di osteoporosi è l’alto rischio di frattura ossea. Una frattura è una rottura totale o parziale di un osso.

Si stima che dopo i 50 anni, il 50% delle donne e il 20% degli uomini avranno una frattura legata all’osteoporosi nel corso della vita [1].

Con l’osteoporosi, le ossa più comunemente colpite sono l’anca, i polsi e la colonna vertebrale. Queste rotture possono provocare problemi di dolore cronico e mobilità.

Capire le definizioni

  1. Osso corticale: l’osso corticale è il duro strato esterno di tutte le ossa e costituisce la maggior parte del cranio e delle costole.
  2. Osso spugnoso: si trova principalmente all’interno delle vertebre e nelle estremità delle ossa lunghe, come il femore.
  3. Osteoblasti: cellule specializzate coinvolte nella produzione di nuove ossa.
  4. Osteoclasti: cellule specializzate coinvolte nella demolizione delle ossa.
  5. Densità ossea: la quantità del contenuto di minerali nelle ossa.

Menopausa e osteoporosi

Nell’osteoporosi si verifica un assottigliamento dell’osso corticale, una riduzione della densità ossea e della struttura dell’osso spugnoso. La menopausa è una delle principali cause della patologia.

Il tessuto osseo si rompe e si ricostituisce in continuazione. È un ciclo regolare (che si verifica su base giornaliera e mensile) influenzato da fattori come l’ora del giorno, l’alimentazione e la stagione.

Le cellule specializzate all’interno delle ossa chiamate osteoblasti e osteoclasti sono fondamentali in questi cicli nelle ossa sane. Dalla nascita all’adolescenza avviene più generazione che demolizione di ossa.

Alla fine dell’adolescenza la crescita ossea è completata. Dalla metà alla fine dei 20 anni si raggiunge il massimo della massa ossea.

Gli ormoni sessuali, gli estrogeni e il testosterone, hanno un ruolo importante nel mantenere l’osso sano sia negli uomini che nelle donne.

Nella menopausa, quando i livelli di estrogeni diminuiscono, l’equilibrio degli ormoni che stavano lavorando per controllare la densità ossea comincia a crollare. Il risultato è un’accelerazione della perdita ossea. Le donne possono perdere fino al 10% della massa ossea totale entro i primi cinque anni della menopausa.

Fattori di rischio per l’osteoporosi:

  • Storia familiare di osteoporosi
  • Precedenti fratture ossee
  • Età: le persone oltre i 50 anni hanno il rischio maggiore
  • Menopausa precoce (prima dei 45 anni)
  • Peso: essere sovrappeso è un importante fattore di rischio
  • Vitamina D (importante nel mantenimento del tessuto osseo)
  • Assunzione di calcio: questo è un minerale fondamentale nell’architettura ossea
  • Mancanza di esercizio fisico: gli esercizi con i pesi riducono direttamente il rischio di osteoporosi
  • Il fumo (associato all’osteoporosi)
  • Assunzione di alcol: superare i 3 drink al giorno aumenta il rischio di osteoporosi [1].
  • Farmaci: ad esempio l’uso di corticosteroidi
  • Condizioni mediche: ad esempio problemi alla tiroide, celiachia, malattia epatica cronica, malattie renali o artrite reumatoide
  • Condizioni che influenzano l’assorbimento dei nutrienti, come il morbo di Crohn, la celiachia e altri disturbi infiammatori intestinali.

Sintomi dell’osteoporosi

Non ci sono sintomi specifici dell’osteoporosi: in genere il primo segno è una frattura ossea. Esistono comunque altri sintomi, ma possono essere difficili da identificare.

Altri segni e sintomi possono includere:

  • Mal di schiena
  • Cedimento o frattura di una vertebra
  • Riduzione dell’altezza
  • Incurvamento della schiena
  • Minore forza nella presa

Diagnosi dell’osteoporosi

Se c’è una sospetta osteoporosi, molto probabilmente il tuo medico ti farà fare una semplice scansione della densità ossea.

Questa scansione si usa per misurare la densità minerale ossea (BMD). Di solito si esegue utilizzando un’assorbimetria a raggi X a doppia energia (DEXA). Si tratta di un processo non invasivo in cui, per 10-15 minuti, un macchinario passa sul tuo corpo mentre stai steso su un tavolo.

La scansione della densità ossea fornirà un T-score e uno Z-score, usati per determinare il rischio di sviluppare una frattura e se sono necessari ulteriori test.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il tuo T-score si classifica nella maniera seguente:

  • -1,0 o più indica la normale densità ossea.
  • Tra -1,0 e -2,5 indica che hai una bassa densità ossea o osteopenia.
  • -2.5 o meno corrisponde a una diagnosi di osteoporosi.

Si possono inoltre eseguire le seguenti procedure per determinare lesioni ossee o fratture causate dall’osteoporosi:

1. Radiografia dell’osso

La radiografia dell’osso serve a mostrare immagini utili nella diagnosi delle fratture, a volte risultanti dall’osteoporosi.

2. TAC

Una tac della colonna vertebrale serve a valutare l’allineamento e le fratture. Si può usare anche per misurare la densità ossea e determinare la probabilità che si verifichino fratture vertebrali.

3. Risonanza magnetica (MRI)

Una risonanza magnetica della colonna vertebrale serve a valutare le fratture vertebrali per verificare la presenza di malattie sottostanti, come il cancro, e a determinare a quando risale frattura.

Opzioni di trattamento dell’osteoporosi

A seconda della gravità dell’osteoporosi e del rischio di fratture ossee, il medico può raccomandare cambiamenti di stile di vita per rafforzare le ossa.

Questi cambiamenti possono aiutare a garantire che uomini e donne prendano provvedimenti per prevenire il rischio di sviluppare osteoporosi.

I cambiamenti dello stile di vita includono:

  1. Seguire una dieta varia ricca di frutta fresca, verdure e cereali integrali.
  2. Evitare di fumare
  3. Ridurre l’assunzione di alcol
  4. Limitare la caffeina
  5. Svolgere regolarmente allenamenti di forza e con pesi
  6. Assicurarsi di assumere abbastanza vitamina D e calcio

Ad ogni modo, se l’osteoporosi è più avanzata, i soli cambiamenti dello stile di vita potrebbero non essere sufficienti per aiutarti a rafforzare le ossa.

I farmaci da prescrizione rappresentano cure standard nel trattamento dell’osteoporosi accertata. Il loro scopo è aumentare la formazione di nuovo osso o rallentarne il processo di rottura.

Tuttavia, ogni medicinale presenta una serie di rischi ed effetti collaterali.

I farmaci comuni per l’osteoporosi comprendono:

1. I bisfosfonati

I bifosfonati stimolano la densità ossea rallentando la scomposizione delle cellule. Possono essere assunti in combinazione con integratori di vitamina D e calcio.

Effetti collaterali dei bifosfonati:

  • Reazioni di tipo influenzale
  • Disturbi dello stomaco
  • Diarrea e costipazione
  • Dolore articolare e muscolare
  • Affaticamento
  • Dolore alla mascella
  • Infezione della mascella (raro)

2. I modulatori selettivi del recettore estrogenico (SERM)

I SERM simulano gli estrogeni corporei, riducendo la perdita ossea e aumentandone la formazione.

Effetti collaterali dei SERM

  • Vampate di calore
  • Crampi alle gambe
  • Aumento del rischio di coaguli di sangue e ictus fatale

3. Il denosumab

Si tratta di un’iniezione somministrata due volte l’anno sotto pelle. Rallenta la degradazione dell’osso, producendo una maggiore densità minerale ossea e di conseguenza meno fratture. È spesso usato come alternativa ai bifosfonati.

Effetti collaterali del denosumab:

  • Dolori articolari e muscolari
  • Eczema
  • Colesterolo alto

4. Terapia ormonale sostitutiva (TOS)

I medici prescrivono la TOS alle donne in menopausa quando c’è un calo dei livelli di estrogeni, che aumenta il rischio di osteoporosi. Tuttavia, la terapia ormonale sostitutiva non è più raccomandata per lunghe routine, per via dei maggiori rischi associati all’uso a lungo termine.

Effetti collaterali della terapia ormonale sostitutiva:

  • Tumore al seno
  • Infarto
  • Ictus
  • Coaguli di sangue

5. Terapia con testosterone

Quando i livelli di testosterone sono bassi negli uomini, vengono iniettate dosi di testosterone per migliorare la densità ossea.

Effetti collaterali della terapia con testosterone:

    null
  • Pelle acneica e grassa
  • Peggioramento dell’apnea notturna
  • Aumento del rischio di coaguli di sangue
  • Aumento del rischio di anomalie della prostata
  • Ingrandimento del seno negli uomini
  • Diminuzione del tessuto testicolare
  • Aumento dell’aggressività, sbalzi d’umore
  • Probabile aumento del rischio di malattie cardiache e ictus

Per fortuna, esiste un trattamento naturale e sicuro sotto forma di CBD.

Ecco come funziona.

In che modo il CBD può aiutare con l’osteoporosi?

I due principali cannabinoidi contenuti nella cannabis, il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD), influenzano entrambi il nostro sistema endocannabinoide (ECS), ma con effetti molto diversi.

Il THC attiva i nostri recettori endocannabinoidi: uno dei suoi principali effetti collaterali è una forte sensazione di euforia. Ecco perché il THC ci fa sentire “sballati”.

Il CBD è il principale composto non psicoattivo della cannabis. Non attiva direttamente i recettori endocannabinoidi, ma dà uno stimolo ai nostri endocannabinoidi naturali (l’anandamide e il 2-AG). Li aiuta a funzionare in modo più efficace.

L’ECS è una complessa rete di recettori ed enzimi metabolizzanti che funge da importante sistema di regolazione, perché riceve e traduce i segnali di questi cannabinoidi.

Il compito dell’ECS è promuovere l’omeostasi, influenzando molti processi fisiologici come l’appetito, il sonno, la percezione del dolore, l’infiammazione e la funzione cognitiva.

Nell’ultimo decennio si è scoperto che lo scheletro ha il proprio ECS, responsabile della regolazione del rimodellamento osseo e della massa ossea [3].

Cosa dice la ricerca

Una nuova ricerca sta attualmente rivelando che le cellule ossee esprimono i recettori cannabinoidi ed endocannabinoidi metabolizzando enzimi [4], il che significa che fanno parte del vasto sistema cellulare regolato dal sistema endocannabinoide.

Attraverso questo sistema, il CBD svolge un ruolo importante nella regolazione del rimodellamento e della massa ossea.

1. Il CBD migliora la massa ossea

La ricerca ha scoperto che il CBD sembra migliorare la crescita e il rafforzamento delle ossa attraverso l’accelerazione della formazione di osteoblasti.

I ricercatori ritengono che gli osteoclasti, le cellule che distruggono l’osso, possiedano un recettore cellulare che, una volta attivato, accelera la perdita e la degenerazione ossea. Questo recettore è conosciuto come GPR55. È stato dimostrato che il CBD blocca specificamente la sua attivazione, riducendo l’attività osteoclastica [5].

Inoltre, in un recente studio in Israele è stato somministrato CBD, o una combinazione di THC e CBD, ai topi. Lo studio ha rivelato che la sola somministrazione di CBD ha effetti significativi sulla guarigione delle fratture, con aumento della forza e della robustezza ossea dovuta alla stimolazione della Lisil Idrossilasi (enzima coinvolto nella guarigione ossea) [5].

Questa ricerca ci ha dato una visione più profonda di come il CBD influenza il corpo e offre un interessante potenziale per ulteriori ricerche.

2. Il CBD aiuta con il dolore e l’infiammazione

Il CBD può avere un ruolo terapeutico nell’infiammazione e nella guarigione. È stato a lungo utilizzato da persone con dolore cronico e offre un’alternativa ai farmaci antidolorifici priva di potenziale d’abuso.

Molti pazienti hanno riferito di aver sostituito gli antidolorifici da prescrizione con il CBD, avendo appurato che il suo uso può aiutare nel trattamento di mal di testa, disturbi mentali, insonnia, artrite e altre patologie da dolore cronico [6].

Come usare l’olio di CBD per l’osteoporosi

La chiave è iniziare con poco e procedere lentamente.

Al momento, non esistono linee guida di dosaggio standardizzate per l’uso di CBD. L’olio di CBD può essere fornito in molte intensità diverse. Poiché i prodotti variano molto, è importante leggere l’etichetta del prodotto specifico che utilizzi.

L’olio di CBD può essere disponibile in forma di gocce da assumere per via orale, pillole, capsule, tè o pastiglie. Le concentrazioni variano moltissimo, così come la preparazione dei prodotti e i metodi di assunzione.

Siccome ognuno di noi metabolizza il CBD in modo diverso, il dosaggio individuale sarà diverso da persona a persona. Noi consigliamo di iniziare con una piccola dose, ad esempio 25 mg al giorno, e vedere come reagisci, aumentando gradualmente di 5-10 mg al giorno.

Potrebbero volerci diversi tentativi per capire la dose giusta per te.

Tieni un diario giornaliero di dosaggi, tempi e sintomi. Questo ti aiuterà a trovare la dose personale ideale.

L’olio di CBD è sicuro?

Il CBD è sicuro, anche con dosi più alte.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’olio di CBD, allo stato puro, non causa danni e non ha il potenziale di abuso (anche con dosi elevate) [7].

Tuttavia, la qualità e il metodo di preparazione sono importanti. Le ricerche che abbiamo discusso in questo articolo si basavano sull’utilizzo di CBD di alta qualità privo di contaminanti e additivi artificiali.

Verdetto finale: usare l’olio di CBD per l’osteoporosi

L’osteoporosi può essere una malattia debilitante, e la paura di una frattura può avere un effetto significativo sullo stile di vita e sulla mobilità.

Anche se non esiste una cura, ci sono buoni motivi per pensare che il CBD possa essere un trattamento efficace per l’osteoporosi, rallentando la progressione della malattia e alleviando il dolore.

Sono tempi davvero eccitanti, specialmente quando vediamo che il CBD e la ricerca clinica sono ancora agli inizi per quanto riguarda l’uso per la riduzione della perdita e della frattura ossea.

Sulla base di queste informazioni, il CBD è considerato un trattamento terapeutico sicuro, efficace e naturale per l’osteoporosi.


Riferimenti

  1. Sözen, T., Özışık, L., & Başaran, N. Ç. (2017). An overview and management of osteoporosis. European Journal of Rheumatology, 4(1), 46–56. https://doi.org/10.5152/eurjrheum.2016.048
  2. Enquiries, M. (2008). Facts and Statistics | International Osteoporosis Foundation IOF Facts and Statistics | International Osteoporosis Foundation IOF. International Osteoporosis Foundation, 20, 1–6. Retrieved from https://www.iofbonehealth.org/facts-statistics
  3. Raphael, B., & Gabet, Y. (2016). The skeletal endocannabinoid system: clinical and experimental insights. Journal of Basic and Clinical Physiology and Pharmacology, 27(3). https://doi.org/10.1515/jbcpp-2015-0073
  4. Kogan, N. M., Melamed, E., Wasserman, E., Raphael, B., Breuer, A., Stok, K. S., … Bab, I. (2015). Cannabidiol, a major non-psychotropic cannabis constituent enhances fracture healing and stimulates lysyl hydroxylase activity in osteoblasts. Journal of Bone and Mineral Research, 30(10), 1905–1913. https://doi.org/10.1002/jbmr.2513
  5. Idris, A. I. (2010). Cannabinoid receptors as target for treatment of osteoporosis: a tale of two therapies. Current Neuropharmacology, 8(3), 243–53. https://doi.org/10.2174/157015910792246173
  6. Baron, E. P., Lucas, P., Eades, J., & Hogue, O. (2018). Patterns of medicinal cannabis use, strain analysis, and substitution effect among patients with migraine, headache, arthritis, and chronic pain in a medicinal cannabis cohort. Journal of Headache and Pain, 19(1), 37. https://doi.org/10.1186/s10194-018-0862-2
  7. (2017). WHO | Cannabidiol (compound of cannabis). WHO. Retrieved from http://www.who.int/features/qa/cannabidiol/en/

Patologie che rispondono al Cannabidiolo