CBD Totale: | 300 - 4000 mg |
Potenza: | 10 - 133 mg/ml |
Costo per mg di CBD: | 0,07$ - 0,17$ |
Tipo di estratto: | Isolato |
È stato dimostrato che la cannabis è un’alternativa sicura e naturale nel trattamento del dolore cronico e per ridurre l’infiammazione causata dalla fibromialgia.
A circa il 2% della popolazione viene diagnosticata la fibromialgia [1].
Non esiste una cura per la fibromialgia – e l’efficacia della maggior parte delle terapie dipende da persona a persona [2].
Alcuni recenti studi – principalmente studi preclinici, clinici o osservazioni – hanno dimostrato che i cannabinoidi estratti dalla pianta possono trattare la fibromialgia. Anche se molti risultati sono stati promettenti, ci servono più ricerche per trarre conclusioni.
Detto ciò, ci sono alcuni casi in cui il CBD può essere davvero d’aiuto per i malati di fibromialgia.
Diamo un’occhiata alla fibromialgia e spieghiamo in che modo il CBD interagisce col corpo. Capiremo anche perché il CBD è così popolare tra i malati di fibromialgia.
I cannabinoidi sono composti chimici presenti nella pianta di cannabis, e interagiscono col sistema endocannabinoide – che serve a regolare diversi processi del corpo umano. Si pensa che molti di questi processi sono coinvolti con i sintomi della fibromialgia.
Esistono tre classi di questi cannabinoidi:
Tra questi composti, i due più studiati sono il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). Entrambe le sostanze interagiscono con il sistema endocannabinoide (ECS) del corpo, ma hanno effetti molto diversi.
L’ECS regola il sistema nervoso centrale (SNC). Visto che il messaggio di dolore viene trasmesso da un neurone all’altro, gli scienziati vogliono scoprire in che modo l’ECS rafforza o indebolisce questo messaggio (plasticità sinaptica) [4].
Il THC è il principale responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis: ci dà la sensazione di sballo. Gli effetti euforici del THC possono anche creare dipendenza in alcune persone e causare altri effetti collaterali come ansia, paranoia, vertigini, perdita di coordinazione e aumento del battito cardiaco [5].
Invece il CBD non ha effetti collaterali euforici – molti studi hanno dimostrato che ha effetti antiepilettici [6]. Il che è in linea con l’idea che l’ECS regola l’interazione tra neuroni e SNC.
In poche parole, il CBD può influenzare tutte quelle condizioni causate dal sistema nervoso.
Secondo alcuni studi, il CBD ha le seguenti proprietà:
Ci sono diversi studi che hanno dimostrato che il CBD riduce il dolore cronico, come quello causato dalla fibromialgia. In uno studio sui dolori articolari, è stato dimostrato che esiste una relazione tra il CBD e l’ECS, che dimostrerebbe le proprietà analgesiche del CBD. [7].
Un altro studio ha dimostrato che il CBD interagisce con l’attività degli astrociti. Questo è un altro indizio che dimostra che il CBD potrebbe attenuare diversi sintomi neurologici. Gli astrociti sono cellule del cervello che regolano l’attività sinaptica e l’infiammazione. [8]
È stato dimostrato che il CBD aiuta a dormire meglio e più a lungo, grazie alle sue proprietà calmanti e antidolorifiche [9].
Diversi studi clinici e studi a doppio cieco hanno dimostrato che il CBD è efficace nell’alleviare l’ansia, la depressione e altri problemi neurologici.
Il CBD riesce ad alleviare i sintomi della depressione, riducendo l’infiammazione nel cervello – che è strettamente legata alla depressione [10] .
La fibromialgia è una malattia cronica che provoca dolore diffuso in tutto il corpo, ed è spesso accompagnata da sintomi come stanchezza, insonnia, depressione, problemi di memoria e concentrazione.
La fibromialgia non è pericolosa per la vita, ma ha un enorme impatto (fisico e sociale) su coloro che ne sono affetti.
Ormai è evidente che lo stress e la depressione giocano un ruolo importante nello sviluppo della fibromialgia.
Gli scienziati hanno scoperto che l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e il sistema nervoso simpatico (che ci aiutano a gestire lo stress) sono alterati nelle persone con fibromialgia.
In sostanza, l’asse HPA è la parte più importante del sistema che controlla la nostra reazione fisiologica allo stress. Se c’è qualche disfunzione in questo sistema, diventa molto più difficile gestire situazioni stressanti. Uno degli effetti collaterali più comuni di questa disfunzione è il dolore cronico e diffuso, come la fibromialgia.
Ogni persona soffre di sintomi diversi, che possono essere lievi, moderati o gravi. I sintomi possono persino scomparire di tanto in tanto, possono passare settimane, mesi o anni prima che ricompaiano.
Ancora non sappiamo cosa causa la fibromialgia. Ma sembra che alla base ci siano fattori come la genetica, le malattie pregresse, le lesioni, lo stress emotivo e fisico.
Con gli anni, sono cambiate le linee guida di riferimento per diagnosticare la fibromialgia. In passato, i medici potevano diagnosticare la fibromialgia identificando specifici “tender point” (punti dolorabili) in almeno 11 dei 18 siti specifici. Inoltre i pazienti devono aver provato un dolore diffuso negli ultimi 3 mesi.
Di recente, sono state sviluppate nuove linee guida che seguono criteri semplici e pratici per la diagnosi, come i seguenti:
Anche se non ci sono test di laboratorio specifici utilizzati per confermare una diagnosi, i medici possono raccomandare esami del sangue, radiografie e tac specializzate, come la medicina nucleare e le tac CT.
I medici cercano di escludere tutto ciò che può essere evidenziato dalle analisi, anche le malattie autoimmuni, che possono avere sintomi simili a quelli della fibromialgia. Se non viene identificato nient’altro e il paziente risponde ai criteri per la fibromialgia, abbiamo una diagnosi.
La fibromialgia può essere difficile da trattare. Soprattutto perché si presenta sempre in modo diverso e perché ci sono diverse cause alla base. Per scoprirle, servono tempo e tentativi con diverse terapie.
Visto che non esiste una causa diretta per la fibromialgia, servono tempo e tentativi, diverse visite mediche e la combinazione tra un corretto stile di vita e farmaci utili.
Un piano di trattamento individuale può includere:
La fibromialgia è una patologia a lungo termine e coinvolge diversi aspetti, tra cui la dieta e le scelte di vita. Pertanto, i trattamenti devono coinvolgere le abitudini quotidiane.
Ecco alcuni consigli sullo stile di vita da incorporare in un piano di trattamento per la fibromialgia.
La meditazione e gli esercizi di consapevolezza possono aiutare ad alleviare lo stress e ridurre i sintomi della fibromialgia.
Il sonno è essenziale per una salute ottimale. Quando non dormiamo, abbiamo difficoltà a gestire lo stress. Nelle persone affette da fibromialgia, la mancanza di sonno peggiora i sintomi.
Gli adulti dovrebbero dormire almeno 7-8 ore a notte.
Magari l’ultima cosa che ti viene in mente, quando hai dolori o ti senti affaticato, è l’esercizio fisico. Tuttavia, esercizi delicati appropriati, tra cui la camminata, il nuoto, la bici, il pilates, lo yoga e il tai chi, possono aiutare ad alleviare il dolore e migliorare l’umore. Ricorda di andarci piano, senza esagerare.
Seguire una dieta bilanciata ed evitare cibi ricchi di grassi saturi e zuccheri può ridurre l’infiammazione e alleviare i sintomi della fibromialgia.
Nelle persone con fibromialgia, spesso i sintomi peggiorano dopo il consumo cibi con additivi come MSG, nitrati e dolcificanti artificiali.
Il CBD è un eccellente integratore per le persone che soffrono di fibromialgia. I principali benefici derivano dalla capacità del CBD di regolare il sistema endocannabinoide, che è fondamentale nella regolazione della risposta allo stress. In parole povere, il CBD calibra questo sistema per aiutarlo a svolgere al meglio il suo lavoro. Quando la risposta allo stress è gestita in modo efficace, i sintomi della fibromialgia si attenuano.
Il CBD è anche utile come antinfiammatorio e analgesico, quindi attenua l’infiammazione e il dolore legati alla fibromialgia.
La dose di CBD per la fibromialgia può variare molto da una persona all’altra. Ognuno risponde in modo diverso, quindi è importante iniziare con dosi base. Se usi il CBD per la prima volta, ti consigliamo di iniziare con la dose più bassa, in base alle istruzioni del prodotto che stai utilizzando. Aumentala gradualmente di 5-10 mg, finché non trovi la dose adatta a te.
Parti con una dose bassa e aumentala nel tempo, così troverai quella adatta a te senza esagerare e senza incorrere negli effetti collaterali, come la sedazione o la secchezza della bocca.
La maggior parte delle persone con fibromialgia ha bisogno di una dose maggiore di CBD, per trarne beneficio.
Tieni un diario dei tuoi dosaggi, tempi e sintomi. Ti aiuterà a stabilire con più facilità la dose adatta a te.
I pazienti con fibromialgia spesso assumono olio di CBD sotto forma di gocce sotto la lingua e/o applicano una crema o un gel topico al CBD sulle aree interessate.
Il CBD è sicuro e ben tollerato e raramente provoca effetti indesiderati, anche con dosi elevati. Gli effetti collaterali, nel caso, tendono ad essere lievi (ad esempio vertigini, secchezza della bocca o sedazione).
È stato dimostrato che non si diventa tolleranti al composto, a differenza di altre opzioni terapeutiche come i farmaci oppioidi (come l’oxycontin) [14].
Nota bene: la ricerca si basa sull’utilizzo di oli al CBD puri e di alta qualità, che non contengono additivi o conservanti sintetici.
La fibromialgia può essere una condizione debilitante con cui vivere e compromette la salute mentale e le motivazioni della persona affetta.
Non esiste una cura per la fibromialgia, ma ci sono diversi modi per ridurre e gestire al meglio i sintomi.
Sono necessari ulteriori studi clinici. Tuttavia, secondo la ricerca, il CBD è un trattamento sicuro ed efficace per alleviare molti dei sintomi associati alla patologia. Può quindi migliorare significativamente la qualità della vita.