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Basato su prove

CBD ed epilessia: ricerca e conoscenze attuali

Di recente una ricerca ha evidenziato la potenziale efficacia degli estratti di CBD per le crisi epilettiche. Dopo l’assunzione di CBD, 1 paziente su 10 non ha sofferto più di convulsioni, mentre nel 70% dei casi le crisi sono diventate meno frequenti. Ecco come funziona.

Scritto da
Justin Cooke ,

L’epilessia è la quarta malattia neurologica più comune, secondo la Fondazione Epilessia. Il CBD potrebbe diventare una delle terapie più efficaci per questa patologia – anche per i tipi di epilessia difficili da trattare con le terapie convenzionali.

L’anno scorso, è stata pubblicata una grande meta-analisi che ha fatto chiarezza sull’uso del CBD per l’epilessia.

Negli ultimi dieci anni, c’è stato un grande dibattito nella comunità medica sull’efficacia degli estratti di cannabis per il trattamento di malattie neurologiche come l’epilessia. Alcune aziende, che producono farmaci basati su vari cannabinoidi, hanno dimostrato l’efficacia solo degli estratti purificati, mentre altri studi hanno scoperto che gli estratti completi sono più efficaci.

Questa ampia meta-analisi dimostra che, sebbene entrambi gli estratti siano eccellenti per trattare l’epilessia, con quelli a spettro completo servono dosi più basse e si rischiano meno effetti collaterali.

In questo articolo, spiegheremo l’efficacia del CBD per l’epilessia, per quali tipi di epilessia è maggiormente indicato e come trovare il CBD adatto alle tue esigenze.

  • Indice

In sintesi: uso del CBD per l’epilessia

Il cannabidiolo (CBD) è solo uno degli oltre 66 cannabinoidi della pianta di cannabis.

I due cannabinoidi principali della pianta rappresentano più della metà del contenuto totale degli stessi. Il CBD non è psicoattivo (il che significa che non ti darà la sensazione di “sballo”). È anche il principale responsabile degli effetti antiepilettici della pianta di cannabis.

Nel 2018 è stato approvato un preparato farmaceutico a base di CBD – Epidiolex (cannabidiolo) – per il trattamento della sindrome di Lennox-Gastaut (LGS) e della sindrome di Dravet – due forme di epilessia note per essere resistenti alle terapie.

Una recente meta-analisi, che ha coinvolto 670 persone affette da vari tipi di epilessia, ha dimostrato che nel 71% delle persone, che assumono estratti ricchi di CBD a spettro completo, le crisi sono diventate meno frequenti [2].

In circa il 40% delle persone di questo studio, le crisi epilettiche si sono dimezzate e nel 25% gli episodi sono diminuiti del 70%.

Alla fine dello studio, il 10% del gruppo non ha più sofferto di crisi.

Il CBD funziona – non c’è dubbio: la parte difficile ora è determinare esattamente in che modo funziona.

Stiamo ancora studiando in che modo il CBD riesce a trattare epilessia e convulsioni. Persino GW Pharmaceuticals, sul suo sito web, ammette di non conoscerne i meccanismi. Sono gli stessi creatori di Sativex® – il nuovo farmaco a base di cannabinoidi, che sta riscuotendo successo negli ultimi tempi, perché considerato come una nuova terapia rivoluzionaria per l’epilessia.

Comunque, ci sono alcune teorie a riguardo.

Potenziali meccanismi di azione del CBD sull’epilessia:

  • Il CBD è anticonvulsivante – allevia i sintomi primari delle crisi epilettiche
  • Il CBD è neuroprotettivo – aiuta a tenere il cervello in salute e riduce la frequenza e la gravità delle crisi
  • Il CBD modula i recettori nel cervello che hanno il compito di controllare varie attività cerebrali (TRPV, VDAC, GPR55)
  • Il CBD è un potente antinfiammatorio – può ridurre la neuroinfiammazione legata all’epilessia
  • Il CBD migliora l’attività del GABA nel cervello – che ha il compito di ridurre l’attività elettrica nel cervello

Suggerimenti per ottenere il massimo dall’integratore al CBD per l’epilessia:

  1. Cerca sempre prodotti al CBD di alta qualità per evitare contaminazioni con metalli pesanti o pesticidi – che possono peggiorare l’epilessia
  2. Utilizza estratti a spettro completo per migliori risultati – secondo i ricercatori questi estratti potrebbero essere più efficaci dei prodotti a base di CBD isolati o purificati
  3. Aumenta la dose gradualmente – parti da una dose bassa e aumentala, finché i sintomi non si alleviano.
  4. Combina il CBD con altri trattamenti antiepilettici e apporta modifiche alla dieta – ad esempio segui una dieta chetogenica, fai esercizio fisico regolare e vai dallo psicoterapeuta quando necessario
  5. Assumi il CBD regolarmente – dopo diverse settimane di uso regolare, il CBD diventa più efficace.

Cos’è l’epilessia?

L’epilessia è uno spettro di disturbi che riguardano il sintomo principale – convulsioni involontarie. Potrebbero anche non esserci altri problemi di salute. Tutti sperimentano l’epilessia in modo diverso e le crisi possono variare di molto in termini di frequenza e gravità.

Alcuni pazienti epilettici soffrono di convulsioni una o due volte all’anno, mentre altri possono avere crisi quasi continue durante il giorno.

Le convulsioni possono coinvolgere tutto il corpo (grande male), rimanere confinate a un arto (convulsioni di Jacksonian), o portare a perdite di coscienza (piccolo male). Di seguito approfondiremo i diversi tipi di crisi.

La convulsione stessa è il risultato di una disfunzione dell’attività elettrica cerebrale – che può provenire da qualsiasi parte del cervello. Questa attività elettrica anormale può rimanere confinata nell’area in cui è iniziata, oppure può diffondersi in tutto il cervello. Quasi sempre, questa è la forma più grave.

Le persone che soffrono di epilessia, di solito, devono conviverci per il resto della loro vita – tuttavia, può andare e venire da un anno all’altro. In alcune persone sono passati anche 6 anni tra un attacco e l’altro.

Esistono forme diverse di epilessia e, per ognuna di esse, molte cause potenziali. In molti casi può essere difficile per i medici individuare la causa esatta delle convulsioni.

Sintomi dell’epilessia

  • Confusione momentanea
  • Sguardo fisso prolungato
  • Movimenti incontrollabili
  • Perdita di coscienza
  • Improvviso senso di intensa paura o ansia
  • Vuoti di memoria

Tre tipi di epilessia

Ci sono tre tipi di epilessia.

Il fattore che distingue le epilessie è il tipo di convulsioni, ma può dipendere anche dalla parte del cervello in cui si manifesta una disfunzione elettrica e dalla causa sottostante.

Da una decina di anni, un gruppo chiamato International League Against Epilepsy (ILAE) sta lavorando duramente per standardizzare la terminologia utilizzata nella diagnosi e nella descrizione dell’epilessia.

Ecco le definizioni elencate nel loro schema del 2017:

1. Focale

Gli epilettici ad esordio focale soffrono di un’attività elettrica anomala solo in specifiche regioni del cervello. Erano chiamate “crisi parziali”.

Esistono quattro tipi di convulsioni focali:

  1. Convulsioni semplici – il paziente è consapevole della convulsione mentre si sta verificando.
  2. Convulsioni complesse – il paziente è non è cosciente durante la crisi.
  3. Convulsioni motorie – comportano movimenti innaturali: le persone colpite sfregano le mani o soffrono di contrazioni durante la crisi.
  4. Convulsioni sensoriali – non comportano movimenti muscolari, ma riguardano il pensiero e le emozioni. Di solito le persone soffrono di ondate di caldo o freddo, palpitazioni o emozioni intense.

2. Generalizzate

Le convulsioni generalizzate sono dovute a un’attività elettrica anormale su entrambi i lati del cervello, con effetti collaterali diffusi in tutto il corpo.

Esistono due tipi di crisi generalizzate: a insorgenza motoria e a insorgenza non motoria.

Quelle a insorgenza motoria erano chiamate convulsioni “grand mal” – chiamate ancora così in alcuni ambienti. Portano a una convulsione di tutto il corpo e all’incapacità di controllarsi mentre si verificano le crisi. Possono durare da pochi secondi a qualche ora. Il CBD potrebbe essere utile per questi tipi di convulsioni, perché placa le contrazioni muscolari in tutto il corpo.

Le crisi epilettiche non motorie invece si chiamavano crisi di “assenza”. Il paziente colpito fissa il vuoto o fa movimenti ripetitivi (come battere le mani o leccarsi le labbra). In questi tipi di convulsioni la persona sembra assente – da qui il nome, convulsioni di assenza.

3. A insorgenza sconosciuta

Come suggerisce il nome, qualsiasi attacco in cui non è possibile identificare la fonte è chiamato a insorgenza sconosciuta. Questi tipi di convulsioni sono particolarmente difficili da trattare poiché non si può risalire alla fonte della crisi.

Sindromi epilettiche

La nuova terminologia delineata dalla International League Against Epilepsy (ILAE) non cambia le caratteristiche delle sindromi epilettiche – che sono veramente poche.

Le sindromi epilettiche più comuni sono:

  1. Sindrome di Lennox-Gastaut (LGS)
  2. Sindrome di Dravet
  3. Epilessia mioclonica giovanile (JME)
  4. Epilessia rolandica benigna (BRE)
  5. Epilessia tipo assenza infantile (CAE)
  6. Spasmi infantili (o sindrome di West)

Quali sono le cause?

Le convulsioni sono i sintomi principali dell’epilessia. Anche se l’epilessia è caratterizzata da crisi ricorrenti, le convulsioni possono essere causate anche dalla febbre alta o dalle ferite alla testa.

Il cervello è costituito da miliardi di cellule specializzate chiamate neuroni. Sono progettati per trasmettere messaggi al cervello e al corpo usando impulsi elettrici. Per svolgere il loro compito, i neuroni nel cervello devono lavorare insieme.

Quando si verifica una crisi, grossi gruppi di neuroni invieranno messaggi contemporaneamente (ipersincronia) – interrompendo la normale funzione cerebrale. Ciò può causare cambiamenti nel gusto, nella vista, nell’udito, nell’olfatto, nella lingua, nella postura, nella memoria, nelle emozioni e nella coscienza.

Alcune convulsioni interesseranno tutto il cervello, altre solo regioni specifiche. A seconda della gravità dell’attività elettrica e della parte del cervello colpito, potremo avere diversi effetti collaterali. In sostanza, nessuna crisi è uguale all’altra.

Le possibili cause delle convulsioni

  • Lesioni cerebrali
  • Anomalie strutturali nel cervello
  • Febbre alta (bambini)
  • Trauma
  • Ictus
  • Infezione cerebrale
  • Tumore cerebrale
  • Bassi livelli di zucchero nel sangue
  • Patologia muscolare

Esistono diversi tipi di crisi a seconda dell’individuo e del tipo di epilessia. Alcune persone ne avvertiranno una, due o tutti e tre i tipi.

I pericoli dell’epilessia

L’epilessia può mettere in pericolo la sicurezza delle persone colpite. Può essere rischioso guidare, lavorare o persino attraversare la strada. Se un attacco si verifica all’improvviso, è improbabile che le persone colpite riescano a mettersi al sicuro.

Opzioni di trattamento per l’epilessia

È importante ricordare che l’epilessia è uno spettro. Alcuni farmaci o alcune terapie tendono a funzionare meglio in alcune forme di epilessia rispetto ad altre. In alcuni casi, nessun trattamento è efficace – ed è in questa circostanza che le persone di solito iniziano ad usare il CBD.

I farmaci per l’epilessia comprendono:

  • Epidiolex (cannabidiolo)
  • Topamax (topiramato)
  • Lamictal (lamotrigina)
  • Klonopin (clonazepam)
  • Felbatolo (felbamato)
  • Depakote (valproato)
  • Onfi (clobazam)
  • Diacomit (stiripentolo)

Cannabis medica per l’epilessia

È chiaro che il CBD potrebbe essere un integratore utile per diverse forme di epilessia, sia generalizzata che focale, oltre che per una serie di sindromi epilettiche.

Gli studi hanno dimostrato che il CBD è il costituente attivo di questi effetti. È interessante notare che, di recente, una meta-analisi ha dimostrato che, sebbene qualsiasi forma di CBD offra benefici, un estratto di CBD a spettro completo contenente una varietà di cannabinoidi potrebbe essere più efficace e avere meno effetti collaterali [2].

Per questo motivo, raccomandiamo l’uso di un olio a spettro completo di qualità al posto di farmaci come Sativex® o Epidoliex®, nonché prodotti a base di isolati di CBD puro al 99,9%.

È probabile che gli altri cannabinoidi negli estratti a spettro completo, insieme ai terpeni e altri fitochimici, lavorino in sinergia per dare benefici.

La storia di Charlotte Figi

Charlotte Figi è una ragazza americana, affetta da una grave sindrome di Dravet, che ha cambiato per sempre gli approcci terapeutici per l’epilessia.

Quando Charlotte aveva solo sei anni, i suoi genitori hanno firmato per “non resuscitare”  la loro bambina, in casi estremi. Ciò significava che, se Charlotte avesse smesso di respirare o il suo cuore avesse smesso di battere, i medici non avrebbero avuto il permesso di intervenire e salvarle la vita.

I suoi sintomi erano molto gravi – aveva centinaia di crisi ogni settimana. Riusciva a malapena a parlare, e la sua qualità della vita era ridotta al minimo.

Anche dopo aver provato numerosi farmaci, i Figi non notavano alcun miglioramento nelle condizioni della figlia.

Solo nel 2011 i Figi hanno deciso di provare a usare la cannabis per alleviare i sintomi della figlia – e ha funzionato.

Le convulsioni sono passate da 1200 a circa 3 al mese – e quelle che aveva erano molto meno gravi. Ora può parlare, giocare e condurre una vita quasi normale.

Questa storia ha attirato l’attenzione di tantissimi media, ed è probabilmente il motivo per cui c’è stato un boom dei prodotti al CBD, che viviamo tuttora. Questo perché è stato scoperto che il CBD era il composto responsabile del miglioramento delle condizioni di Charlotte. I ricercatori si sono radunati per testarlo su altri tipi di epilessia e per altre patologie.

I potenziali effetti del CBD per l’epilessia

Nonostante tutte le ricerche sugli effetti del CBD per l’epilessia, non conosciamo ancora i meccanismi sottostanti.

Le convulsioni sono molto complesse e la causa generalmente riguarda più disfunzioni organiche separate, che insieme portano i sintomi. Pertanto, è difficile capire su quale di questi meccanismi interviene il CBD.

Ecco le teorie attuali basate su risultati di ricerche cliniche, in vivo e in vitro:

1. Attività del recettore vanilloide

Il CBD e il CBDV attivano i recettori vanilloidi TRPV1 nel cervello [1]. Quando il TRPV1 è sovrattivato per qualsiasi motivo, si manifestano le crisi epilettiche. Hanno scoperto che il CBD e il CBDV controllano l’iperattività di questo recettore nel cervello – quindi potenzialmente riduce le convulsioni.

2. Proprietà anticonvulsivanti

Sono state somministrate diverse concentrazioni di CBD ai roditori a cui era stata indotta l’epilessia. Il gruppo con il dosaggio più alto (100 mg/kg) ha mostrato miglioramenti significativi nelle contrazioni muscolari durante le crisi [4].

3. Proprietà neuroprotettiva

È stato dimostrato che il CBD e molti altri cannabinoidi nella pianta di cannabis potrebbero avere importanti effetti neuroprotettivi (non specificati) sul cervello. Alcuni di questi effetti neuroprotettivi sono ritenuti in parte responsabili della potente attività antiepilettica del CBD.

Il CBD potrebbe essere d’aiuto ai pazienti con altre patologie neurologiche che interessano i neuroni, tra cui:

4. Proprietà antinfiammatorie

L’infiammazione svolge un ruolo fondamentale nell’epilessia, così come negli altri disturbi neurologici [10].

Molte prove suggeriscono che il CBD potrebbe essere un efficace antinfiammatorio per il cervello – allevia potenzialmente uno dei principali fattori alla base dei disturbi neurologici, come l’epilessia. Il CBD potrebbe essere efficace perché la sua natura liposolubile gli consente di passare attraverso la barriera emato-encefalica in modo efficiente. Ha anche effetti antinfiammatori, grazie a una serie di diversi messaggeri infiammatori e cellule immunoregolatrici [11, 12, 13].

Guida all’uso del CBD per l’epilessia

Il CBD sta diventando una delle terapie più comuni tra gli epilettici. Tuttavia, visto che ci sono poche norme a regolare il mercato del CBD, ci sono quantità allarmanti di prodotti di bassa qualità contenenti contaminanti come metalli pesanti o pesticidi che possono danneggiare i neuroni e potenzialmente peggiorare i sintomi dell’epilessia.

Ci sono anche molte aziende che vendono oli con quantità di CBD elencate sul flacone, ma in seguito a test di laboratori esterni si scopre che contengono solo una parte di quella pubblicizzata.

Se usi il CBD per l’epilessia, è importante che utilizzi solo oli di alta qualità, privi di contaminanti e ad alta potenza.

È stato anche dimostrato attraverso la meta-analisi che un estratto a spettro completo ricco di CBD e altri cannabinoidi e terpeni, ha effetti maggiori sulle condizioni epilettiche [2].

Per questo motivo, ti consigliamo di cercare un prodotto con almeno 50 mg/ml di CBD, ottenuto da canapa biologica, certificata da test di laboratori esterni.

Ottenere una prescrizione per cannabis medica/CBD

Anche se ogni Paese ha le proprie leggi sull’uso della marijuana medica, la maggior parte dei Paesi con un programma medico ne permette la prescrizione per l’epilessia. L’Istituto Nazionale della Salute e dell’Eccellenza nella Cura sta lavorando alla guida ufficiale per prescrivere la cannabis medica. Le terapie per l’epilessia sono al centro di questo testo, che dovrebbe essere completato entro la fine del 2019.

Nel caso in cui il tuo Paese non abbia un programma per la cannabis medica, puoi provare gli estratti di canapa con un basso contenuto di THC. Nella maggior parte dei Paesi sono integratori alimentari e non sono psicoattivi.

Trovare il giusto integratore di CBD per l’epilessia

Ci sono così tante aziende di cannabis che vendono oli, capsule, tinture e topici al CBD: può essere difficile distinguere quelle buone da quelle scadenti.

Come guida generale, cerca sempre quanto segue:

  • Cerca prodotti contenenti estratti a spettro completo
  • Potenze di almeno 50 mg/ml
  • Accertati che il prodotto che stai acquistando abbia test di laboratori esterni
  • Il prodotto è realizzato con canapa biologica certificata
  • L’estratto ha un contenuto basso di THC (meno dello 0,3%)

Scelta della forma di CBD

Dovrei usare capsule o oli?

Questa è una domanda che viene posta spesso quando si acquistano prodotti al CBD online.

In generale, le capsule, tinture, oli e liquidi (oli per vaporizzatori) sono l’opzione migliore per le persone che hanno bisogno di dosi quotidiane, elevate e regolari di CBD – come per la maggior parte degli epilettici. Tutte queste forme si trovano anche nella versione ad alta potenza.

  1. Gli oli di CBD sono la forma più popolare di CBD perché semplificano il dosaggio e si possono conservare per lunghi periodi. Sono una delle forme più economiche di CBD e sono altamente biodisponibili.
  2. Le capsule di CBD sono un’altra importante opzione per le persone che cercano un modo semplice per assumere il CBD, senza dover misurare o assaggiare gli oli al CBD. In genere, le capsule sono leggermente più costose rispetto agli oli.
  3. Sono disponibili anche i commestibili al CBD  – ma non te li consigliamo se devi assumere il CBD ogni giorno, a causa dell’alto contenuto di zuccheri e delle incongruenze con il dosaggio. Questi sono ottimi se usati occasionalmente per rendere il CBD più interessante (e saporito) ma non sono ideali per l’uso quotidiano.
  4. Un’altra alternativa è rappresentata dagli oli e i liquidi, e molte persone con epilessia scelgono questo metodo per assumere la loro dose di CBD. Gli oli da vaporizzazione sono ottimi perché il CBD entra nella circolazione sanguigna quasi immediatamente, offrendo un rapido sollievo dai sintomi. A meno che lo svapo non irriti i polmoni, o preferisci evitarlo del tutto, tieni a portata di mano un po’ di olio per vaporizzatori per affrontare tempestivamente le riacutizzazioni dei sintomi, senza dover aspettare che oli o capsule vengano assorbiti dal tubo digerente.

Per ulteriori informazioni su come trovare i migliori prodotti al CBD, consulta alcune delle nostre guide:

Che dose dovrei prendere?

È difficile calcolare la giusta dose di CBD per l’epilessia – e probabilmente servirà qualche tentativo.

Ognuno risponde al CBD in modo diverso, alcuni hanno bisogno di dosi elevate, altri di dosi molto più basse. Senza provare, non saprai mai con certezza la dose di cui hai bisogno.

In genere, le persone con epilessia richiedono un dosaggio superiore alla media per ottenere i massimi benefici dal composto. Questo è il motivo per cui consigliamo l’acquisto di un olio al CBD ad alta potenza. Se acquisti un prodotto al CBD a bassa potenza e capisci che hai bisogno di una dose elevata, è probabile che tu debba consumare l’intero flacone per una singola dose. Gli oli ad alta potenza durano più a lungo, erogando la stessa quantità di CBD in una minore quantità di olio o capsule.

Detto ciò, consigliamo di iniziare con dosi basse e di aumentare gradualmente nel tempo fino a raggiungere il sollievo che stai cercando.

Intensità raccomandata per l’epilessia: alta intensità

Abbiamo delineato un dosaggio standard in base al peso e alla forza.

Per sapere come calcolare queste dosi da solo, consulta la nostra guida al dosaggio del CBD.

Dosi giornaliere di CBD per peso e intensità (in mg)

Peso (kg) Bassa intensità Media intensità Alta intensità

45 kg

10 mg

30 mg

60 mg

57 kg

13 mg

38 mg

75 mg

68 kg

15 mg

45 mg

90 mg

79 kg

17 mg

52 mg

105 mg

90 kg

20 mg

60 mg

120 mg

102 kg

22 mg

67 mg

135 mg

113 kg

25 mg

75 mg

150 mg

Verdetto finale: il CBD per epilessia

Il CBD è forse una delle nuove terapie più interessanti per l’epilessia – ma anche per le sindromi epilettiche, come la sindrome di Dravet, resistenti ai trattamenti convenzionali.

Per ottenere il massimo dal CBD, è necessario utilizzare un estratto di alta qualità e a spettro completo. Si raccomanda inoltre di optare per un prodotto ad alta potenza, perché nella maggior parte dei casi sono necessarie dosi alte per ottenere gli stessi benefici dimostrati dalla scienza.

Leggi alcune delle nostre recensioni per controllare un’azienda e un prodotto prima di acquistarlo. Ricorda di acquistare solo oli prodotti con canapa biologica certificata e testati in termini di purezza e potenza da laboratori esterni.

Se un prodotto non corrisponde a questi criteri, ti sconsigliamo di acquistarlo per l’epilessia. Di certo non vorrai peggiorare i sintomi.


Riferimenti

  1. Iannotti, F. A., Hill, C. L., Leo, A., Alhusaini, A., Soubrane, C., Mazzarella, E., … & Stephens, G. J. (2014). Nonpsychotropic plant cannabinoids, cannabidivarin (CBDV) and cannabidiol (CBD), activate and desensitize transient receptor potential vanilloid 1 (TRPV1) channels in vitro: potential for the treatment of neuronal hyperexcitability. ACS chemical neuroscience, 5(11), 1131-1141.
  2. Pamplona, F. A., daSilva, L. R., & Coan, A. C. (2018). Potential clinical benefits of CBD-rich Cannabis extracts over purified cannabidiol (CBD) in treatment-resistant epilepsy: observational data meta-analysis. Frontiers in neurology, 9, 759.
  3. Miller, J. W. (2011). How dangerous is epilepsy?. Epilepsy currents, 11(3), 84-85.
  4. Jones, N. A., Hill, A. J., Smith, I., Bevan, S. A., Williams, C. M., Whalley, B. J., & Stephens, G. J. (2010). Cannabidiol displays antiepileptiform and antiseizure properties in vitro and in vivo. Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics, 332(2), 569-577.
  5. Wade, D. T., Collin, C., Stott, C., & Duncombe, P. (2010). Meta-analysis of the efficacy and safety of Sativex (nabiximols), on spasticity in people with multiple sclerosis. Multiple Sclerosis Journal, 16(6), 707-714.
  6. Martín-Moreno, A. M., Reigada, D., Ramírez, B. G., Mechoulam, R., Innamorato, N., Cuadrado, A., & de Ceballos, M. L. (2011). Cannabidiol and other cannabinoids reduce microglial activation in vitro and in vivo: relevance to Alzheimers′ disease. Molecular pharmacology, mol-111.
  7. Barnes, M. P. (2006). Sativex®: clinical efficacy and tolerability in the treatment of symptoms of multiple sclerosis and neuropathic pain. Expert opinion on pharmacotherapy, 7(5), 607-615.
  8. Kwiatkoski, M., Guimaraes, F. S., & Del-Bel, E. (2012). Cannabidiol-treated rats exhibited higher motor score after cryogenic spinal cord injury. Neurotoxicity research, 21(3), 271-280.
  9. Dirikoc, S., Priola, S. A., Marella, M., Zsürger, N., & Chabry, J. (2007). Nonpsychoactive cannabidiol prevents prion accumulation and protects neurons against prion toxicity. Journal of Neuroscience, 27(36), 9537-9544.
  10. Vezzani, A., French, J., Bartfai, T., & Baram, T. Z. (2011). The role of inflammation in epilepsy. Nature reviews neurology, 7(1), 31.
  11. Srivastava, M. D., Srivastava, B. I. S., & Brouhard, B. (1998). Δ9 tetrahydrocannabinol and cannabidiol alter cytokine production by human immune cells. Immunopharmacology, 40(3), 179-185.
  12. Kozela, E., Pietr, M., Juknat, A., Rimmerman, N., Levy, R., & Vogel, Z. (2010). Cannabinoids Δ9-tetrahydrocannabinol and cannabidiol differentially inhibit the lipopolysaccharide-activated NF-κB and interferon-β/STAT proinflammatory pathways in BV-2 microglial cells. Journal of biological chemistry, 285(3), 1616-1626.
  13. Vuolo, F., Petronilho, F., Sonai, B., Ritter, C., Hallak, J. E., Zuardi, A. W., … & Dal-Pizzol, F. (2015). Evaluation of serum cytokines levels and the role of cannabidiol treatment in animal model of asthma. Mediators of inflammation, 2015.

Patologie che rispondono al Cannabidiolo