Ci sono oltre 113 cannabinoidi conosciuti e centinaia di altri fitochimici nella pianta di cannabis, che lavorano tutti insieme per produrre i loro effetti. Questo lavoro di squadra è indicato come l’effetto entourage.
Molte persone hanno familiarità con i cannabinoidi THC e CBD, ma questi sono solo due degli oltre 113 cannabinoidi diversi contenuti nella pianta di cannabis.
Sebbene il CBD e il THC abbiano evidenti effetti fisiologici sul corpo (evidenziati da cinquant’anni di ricerca scientifica), gli effetti della cannabis sono dati da molto più che queste due sostanze da sole.
I ricercatori sono rimasti perplessi quando hanno notato che gli estratti interi della pianta avevano effetti diversi, spesso più forti, rispetto ai composti puri isolati.
In seguito fu scoperto che la ragione di ciò era una complessa interazione tra tutti i cannabinoidi, i terpeni e gli altri fitochimici contenuti nella pianta di cannabis, chiamata effetto entourage.
Scoperte come questa ci danno informazioni utili su come possiamo utilizzare al meglio la pianta come medicina.
In questo articolo, familiarizzeremo con la pianta di canapa/marijuana e discuteremo dei diversi cannabinoidi, terpeni e altri fitochimici principali per evidenziare come lavorano insieme per produrre benefici più forti e duraturi di quanto non farebbero singolarmente.
L’effetto entourage è un termine usato per descrivere la complessa interazione tra tutte le sostanze chimiche diverse o “entourage” della pianta di cannabis.
Questo include tutti i 113 cannabinoidi, centinaia di terpeni, lignani, flavonoidi, polifenoli e numerosi altri agenti chimici rintracciabili all’interno della pianta di cannabis.
Agli albori della ricerca sulla cannabis, negli anni ’60, i ricercatori hanno identificato gli effetti psicoattivi primari prodotti dalla pianta ricollegandoli ad una sostanza chiamata tetraidrocannabinolo (THC). Gli studi hanno poi portato alla scoperta di altri cannabinoidi, ma la maggior parte degli sforzi furono dedicati a rivelare i segreti del THC.
Successivamente è stato scoperto che il THC produce effetti psicoattivi nella sua forma isolata, ma gli estratti completi delle piante causano meno effetti collaterali e hanno benefici molto più potenti.
È stato dimostrato che le sostanze del THC purificate e sintetiche producono effetti collaterali imprevedibili e spesso pericolosi.
La sinergia nella pianta di cannabis iniziò davvero a svilupparsi quando i ricercatori analizzarono il ruolo svolto dal CBD nei benefici medicinali della cannabis.
Nel 2006, la ricerca ha dimostrato che aggiungendo il CBD ad una dose di THC, i suoi effetti collaterali negativi si riducevano significativamente [1]. Sebbene ci siano diverse teorie sul perchè questo accada, quella principale è che il CBD ha un effetto protettivo sul THC, rallentando la sua scomposizione e offrendo effetti opposti su cose come l’ansia e la stimolazione mentale. Questo controbilancia molti degli effetti collaterali negativi del THC e migliora molti dei suoi benefici.
Anche altri cannabinoidi hanno dimostrato effetti simili, inclusi CBC, CBG e CBN, per nominarne alcuni (ne parleremo meglio tra poco).
La maggior parte delle persone si riferisce a queste interazioni positive di vari composti della cannabis come effetto entourage. Ad ogni modo, si tratta di un concetto diffuso nel mondo della medicina vegetale.
Il termine più comune per l’effetto entourage è sinergia della pianta.
La sinergia è l’idea che alcuni composti, se assunti insieme, produrranno effetti più intensi, in confronto alla somma delle loro parti [4].
Ecco un altro modo di pensare alla sinergia:
L’effetto entourage si riferisce specificamente ai cannabinoidi e al modo in cui essi interagiscono. Ma ci sono altri esempi di come i contenuti originali delle piante funzionano meglio se assunti insieme.
L’erba di San Giovanni è un’erba conosciuta per i suoi effetti antidepressivi dovuti a una sostanza chiamata ipericina. Tuttavia, quando isolata, l’ipericina non solo non offre alcun beneficio, ma in realtà fa peggiorare i sintomi.
Gli scienziati hanno testato l’utilizzo dell’intera pianta, contenente tutto tranne l’ipericina, per controllare il suo funzionamento. I risultati non hanno mostrato alcun beneficio antidepressivo.
I ricercatori hanno concluso che l’ipericina è l’ingrediente attivo per l’attività antidepressiva dell’erba di San Giovanni, ma fa affidamento su tutti gli altri costituenti per svolgere la propria azione in modo efficace. La pianta ha essenzialmente bisogno di tutti i suoi composti per produrre benefici misurabili.
La cannabis funziona in modo simile, e stiamo iniziando a trovare delle discrepanze tra gli utilizzi del CBD negli estratti a spettro completo e gli isolati di CBD (estratti prodotti senza il resto dell’entourage).
La sinergia è come un’orchestra: ogni composto della pianta è come uno strumento musicale. Quando sono insieme, producono un suono complesso e armonioso piacevole per le orecchie. Comunque, può essere difficile individuare un singolo strumento. Invece, sentiamo l’orchestra nel suo complesso.
Ascoltare solo uno di questi strumenti (proprio come isolare singoli cannabinoidi per la ricerca) è molto meno piacevole e manca della complessità dell’orchestra nel suo insieme.
Prova ad ascoltare solo la tuba in un’orchestra, non sembrerà un granché. Anche gli strumenti più importanti – le trombe, il violino, il flauto – non avranno la profondità dell’orchestra.
Ci sono molti modi in cui le sostanze possono agire insieme per produrre i loro effetti.
Ci sono centinaia di sostanze diverse nella pianta, ognuna delle quali offre il proprio contributo agli effetti complessivi.
Ciò rende difficile studiare la pianta dal punto di vista quantitativo: con così tanti composti da studiare, è quasi impossibile determinare quale sia responsabile di un effetto, e ancora più difficile determinare quali composti interagiscono sinergicamente per produrre questi effetti.
Ciò che rende le cose ancora più confuse è che le concentrazioni di ogni sostanza possono variare in modo significativo da un ceppo di cannabis all’altro.
Anche se non c’è un modo per determinare definitivamente il ruolo di ciascun cannabinoide nell’effetto entourage, possiamo evidenziare la nostra attuale comprensione di alcuni dei più importanti.
Scopriamo quali sono alcuni dei membri principali dell’entourage della cannabis.
I cannabinoidi sono i principali costituenti attivi della pianta di cannabis.
Il THC e il CBD, centrali energetiche della pianta, sono i protagonisti principalmente responsabili dei suoi effetti terapeutici.
Altri cannabinoidi come CBC, CBG o CBN offrono la propria serie di benefici e interagiscono con queste centrali elettriche per migliorare il loro assorbimento, ridurre gli effetti collaterali negativi, o comunque migliorare gli effetti sul corpo.
Il THC è l’ingrediente psicoattivo primario della pianta di cannabis. Funziona attivando i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide. L’attivazione dei recettori CB1 nel sistema nervoso centrale provoca un cambiamento nei livelli di serotonina, che è ciò che dà a questo composto i suoi effetti collaterali psicoattivi.
La maggior parte degli oli di canapa contengono THC solo in piccole quantità (meno dello 0,3%). I ceppi di marijuana, tuttavia, possono contenere fino al 30% di THC in termini di peso.
Gli effetti di questa sostanza sono molto simili a quelli del THC e possono produrre lievi effetti psicoattivi. Tuttavia, il THCV ha degli effetti notevolmente più leggeri. Alcune ricerche suggeriscono che il THCV offre solo il 20-25% della potenza degli effetti psicoattivi rispetto al THC [2].
Il CBD è il principale composto medicinale della pianta di cannabis. Funziona in modo molto diverso dal THC.
Mentre il THC stimola i recettori degli endocannabinoidi, il CBD ha meno interazioni con essi. Invece, il CBD attiva diversi recettori tra cui i recettori oppioidi del dolore e i recettori vanilloidi, e inibisce competitivamente l’esaurimento dei nostri endocannabinoidi come l’anandamide e il 2-AG.
In confronto al THC o alla maggior parte dei cannabinoidi, il CBD è molto più efficace nel migliorare la nostra capacità di mantenere l’omeostasi (equilibrio). Questa capacità gli dà una lunga lista di benefici sul corpo umano, che vanno dall’inibizione dell’infiammazione e del dolore fino alla regolazione ormonale e alla riduzione dello stress.
Nella maggior parte dei casi, il CBC è il terzo cannabinoide più abbondante, anche se ci sono delle eccezioni. Questo composto non è psicoattivo e offre un’eccellente attività ansiolitica e antidepressiva, specialmente in combinazione con il CBD. Sfortunatamente, ci sono pochi studi per quantificare gli effetti di questo cannabinoide, anche se possiamo aspettarci di leggere molte più informazioni nel prossimo futuro.
Il CBG è uno dei precursori di altri cannabinoidi come il THC. Inibisce molti degli effetti del THC producendo un effetto opposto: blocca l’attivazione della serotonina per ridurre gli effetti collaterali psicoattivi. È anche uno dei più forti cannabinoidi ansiolitici contenuti nella pianta.
Il CBN è un sottoprodotto del THC. Quando il THC si scompone, parte di esso si converte in CBN. Questo cannabinoide è per lo più non psicoattivo, ma produrrà alcuni lievi effetti collaterali psicoattivi in alcuni individui.
Il CBN è più sedativo della maggior parte degli altri cannabinoidi, quindi è ottimo per le persone che usano la cannabis per disturbi come l’insonnia, l’ansia o lo stress elevato.
I terpeni sono piccoli composti aromatici (evaporano a basse temperature e hanno un aroma).
Se hai mai fatto uso di marijuana o di un estratto di canapa di alta qualità, probabilmente hai sentito l’aroma della pianta di cannabis. La fragranza può variare significativamente da un ceppo di cannabis all’altro, il che è dovuto ai diversi terpeni della pianta.
Alcuni terpeni sono contenuti anche in altre specie vegetali, come il limonene negli agrumi, il mircene nella noce moscata o il pinene nell’albero di pino. I terpeni sono ciò che conferisce alle piante di canapa e di marijuana un complesso insieme di aromi.
Questi terpeni contribuiscono in modo importante all’effetto entourage della pianta, nonostante costituiscano solo l’1% del suo peso [3].
Alcuni terpeni migliorano l’assorbimento dei cannabinoidi nel tratto digestivo e nei polmoni, producendo effetti più forti. Altri rallentano il metabolismo dei cannabinoidi nel fegato, e altri hanno effetti terapeutici su depressione, ansia, dolore o tensione muscolare (conferendo alla pianta un ulteriore effetto generale).
Ci sono centinaia di altri composti nella pianta di cannabis, alcuni dei quali hanno potenti effetti terapeutici. Ce ne sono troppi da elencare qui, e molti di essi rimangono poco compresi dalla scienza.
Molti dei fitochimici nella pianta di cannabis sono considerati costituenti attivi di altre piante medicinali, ma alcuni sono unici per il genere di cannabis.
Il ruolo che ogni fitochimico gioca negli effetti complessivi della canapa e nella marijuana è discutibile. Comunque, è stato ben compreso che rappresentano un fattore importante che dà il suo contributo all’entourage complessivo.
Quando parliamo di effetto entourage, dobbiamo considerare due forme di estratti di canapa: gli oli di canapa a spettro completo e gli isolati di CBD.
La distinzione è essenziale perché gli oli a spettro completo sono gli unici prodotti che sfruttano l’effetto entourage. La presenza di più cannabinoidi, terpeni e altre sostanze fitochimiche nel prodotto finale agisce per produrre benefici più ampi e più potenti sul corpo.
Gli isolati, d’altra parte, sono CBD puro: questi prodotti non hanno alcun effetto entourage.
Alcune aziende cercano di aggiungere questi composti dopo la purificazione, il che porta alcuni vantaggi, ma non darà lo stesso livello di complessità in termini di sinergia di un vero olio a spettro completo.
In generale, gli estratti a spettro completo sono l’opzione migliore per la maggior parte degli utilizzi della cannabis. I fitochimici aggiuntivi spesso rendono più ampi gli effetti complessivi dell’estratto (coprono una gamma più vasta di disturbi) e tendono a produrre meno effetti collaterali rispetto alle versioni isolate o sintetiche.
Detto questo, non tutti gli estratti a spettro completo sono uguali. Per determinate patologie, è utile trovare un estratto che contiene molte altre sostanze fitochimiche che hanno dimostrato di offrire benefici a tali condizioni.
L’ansia, ad esempio, migliorerà molto con un estratto di canapa che contiene CBN, CBG, CBD e terpeni come mircene o limonene.
La depressione andrà meglio con cannabinoidi più stimolanti come THC e THCV, così come con terpeni più stimolanti come il beta-cariofillene.
Per questo motivo, ti consigliamo di seguire la guida di siti di recensioni esterni, come Daily CBD, che dispone di personale esperto capace di comprendere le complessità dell’effetto entourage e consigliare prodotti specifici a seconda del cannabinoide, del terpenoide e di altri fitochimici.
L’effetto di entourage dimostra quanto Madre Natura sia sorprendente: quando i cannabinoidi sono isolati, tendono ad avere un effetto meno intenso, ma quando lavorano insieme possono amplificare gli effetti della pianta.
Quando acquisti CBD, dovresti valutare per quale motivo ne hai bisogno. Il CBD a spettro completo include il maggior numero possibile di cannabinoidi, così puoi trarre tutti i benefici da quest’effetto.
Considera i numerosi benefici dello spettro intero dei cannabinoidi. Ogni cannabinoide ha proprietà uniche che forniscono vantaggi medicinali al corpo umano e funzionano meglio insieme.